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Editoria, la pirateria serve al marketing

kindle Amazon pirateria«È meglio vendere 100 copie senza che nessuna venga piratata», scrive Ed Nawotka su Publishing Perspectives, «oppure 1000 copie con 9000 piratate?». Il numero di libri, soprattutto grazie al self-publishing, è destinato ad aumentare esponenzialmente, mentre la quantità di attenzione e di tempo di lettura complessivi non aumenteranno se non di poco. A guardare quello che succede nel mondo anglofono, è facile che diminuisca anche lo spazio sugli scaffali delle librerie, quindi le decisioni di acquisto (e sempre più spesso l’acquisto stesso) avverranno online.

Pirateria, libri e presso
I libri saranno sempre più sottomessi alla grammatica di visibilità dei contenuti cui ci ha abituato il digitale. […] Gli autori del self-publishing, più reattivi ma anche più aggressivi nel costruire strategie, stanno insegnando che – ad esempio – il prezzo della novità deve essere più basso per avviare la circolazione del libro e poi crescere man mano che il libro acquista valore. È tutto molto diverso dalla logica secondo cui una novità (in hardcover) costa molto, per poi costare meno dopo sei mesi (paperback) e quindi ancora meno più tardi se arriva al mass market. […]

Il caso Apogeo
E’ interessante l’esperimento tutto italiano di Apogeo, che si colloca sulla stessa linea. L’ebook esce prima del libro, a un prezzo molto basso: 4,49 euro. Con il tempo il prezzo cresce. prima a 9.99 per poi stabilizzarsi a 19,99 quando esce il volume di carta, che nel frattempo è stato lavorato. È un caso di scuola, guarda tu stesso: Noi autori di fronte alla mutazione digitale. […]

Capovolgere il modo di vedere la pirateria?
E se questo è lo scenario, forse il problema «pirateria» si può provare a pensare in modo differente, attribuendo il costo delle potenziali copie non vendute alla voce costi di comunicazione. Certo, questo non esaurisce i ragionamenti intorno al modo in cui funziona il mercato quando il costo di riproduzione è nullo e quando tutti possono riprodurre il prodotto culturale. Ed è difficile prevedere come accederemo ai libri anche solo tra dieci anni. […]
Ma questi approcci, in un mondo che cambia tanto velocemente, hanno comunque il merito di aprire prospettive diverse e di aiutarci a ricordare che le posizioni difensive, con il digitale, non hanno mai pagato. A partire da quelle storicamente adottate dall’industria musicale. Così, magari, nell’attesa di formarci un’opinione possiamo rileggere questo vecchio pezzo di The Millions: Confessions of a Book Pirate. Oppure consultare la lista dei libri più piratati in inglese, che ci riserva qualche sorpresa. […]

Leggi tutto l’articolo di Giuseppe GranieriVendere libri con l’aiuto dei pirati” su La Stampa.it.

Segnalazione, recensione e titoli a cura di Francesca Sartianni.

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