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La scomparsa dei fatti e Strauss-Kahn

Marco Travaglio SantoroLa scomparsa dei fatti sulla stampa italiana è uno dei temi cari a Marco Travaglio, che nell’editoriale di ieri ha fatto interpretare ai soliti noti l’arresto di Strauss-Kahn (importante politico francese, direttore del Fondo Monetario Internazionale), con l’accusa di violenza sessuale su una cameriera, nella sua camera d’albergo.
Se Strauss-Kahn fosse stato un politico italiano di primo piano, così sarebbe stata commentata sui nostri media, secondo la divertente ricostruzione di Travaglio, su il Fatto Quotidiano.

Ecco il testo dell’articolo, quasi integrale (ma le parole non sono in neretto nell’originale).

[…]
Il Corriere della Sera stigmatizzerà il riesplodere dello “scontro fra giustizia e politica”.

Ostellino scriverà che la cameriera non s’è resa conto di essere seduta sulla propria fortuna e di poterla proficuamente utilizzare per diventare segretaria al Fondo monetario.

Pigi Battista insisterà sull’esigenza di abbassare i toni e non demonizzare gli stupratori.

Galli della Loggia e Panebianco denunceranno gli agenti rossi annidati nella Polizia di Manhattan.

L’ambasciatore Romano ammonirà contro la “gogna mediatica” dalle tv giustizialiste aizzate dal partito delle procure, con immonde riprese di un uomo in manette fra due nerboruti poliziotti.

Cicchitto strillerà contro l’ennesimo caso di “uso politico della giustizia” contro un socialista.

Quagliariello evidenzierà l’ulteriore scandalo della “giustizia a orologeria” contro il prossimo candidato all’Eliseo.

Stracquadanio tuonerà contro le “manette facili”, scattate addirittura sulla scaletta di un aereo, come se il destinatario avesse mai pensato di darsi alla fuga.

La Santanchè porterà le foto di una bandiera di Hamas affissa nella cameretta della cameriera (si scoprirà poi che era un poster di George Clooney) e ricorderà che Stalin, Pol Pot, Mao Tse-tung e Fidel Castro han fatto ben di peggio.

Il Pd non dirà nulla, se non che occorre evitare facili strumentalizzazioni di una vicenda privata, non va mai dimenticata la presunzione di innocenza e dando dello stupratore a Strauss-Kahn si rischia di fare il suo gioco.

Il Garante ammonirà la stampa a non violare la privacy con particolari anatomici sull’arma del delitto.

L’Agcom raccomanderà ai talk-show di attenersi alla più scrupolosa par condicio fra avversari e sostenitori dello stupro.

Giuliano Ferrara chiederà l’arresto della cameriera per aver provocato il pover’uomo; poi inviterà Strauss-Kahn a candidarsi lo stesso all’Eliseo, cosicché anche la Francia riaffermi il “primato della politica” e sia governata da un vecchio porco; infine organizzerà un convegno in un teatro milanese su un palco ornato da falli di gomma appesi, sul tema: “Basta puritanesimo! Dai, su, chi non ha mai stuprato almeno una cameriera?”.

Il Tg1 e Porta a Porta organizzeranno una serie di speciali sulla misteriosa morte di una foca monaca alle isole Hawaii.

Sallusti spiegherà che anche Kennedy era solito stuprare le cameriere e comunque il direttore del Fondo monetario ha avuto un bello stomaco a far sesso con una negra, che tra l’altro ha pure goduto.

Feltri sosterrà che, da che mondo è mondo, l’uomo è cacciatore e, se gli piace una negra, mica può tagliarsi il pisello.

[…]

Belpietro domanderà corrucciato: “Che ci faceva la cameriera appoggiata al pisello di Strauss-Kahn? Chi l’ha mandata e perché?”.

(Da  il Fatto Quotidiano del 17 maggio 2011).

A. R.

 

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