La crisi dei giornali fa bene al giornalismo

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In diretta dal caos dell’ufficio stampa del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, una nota di Italo Vignoli sull’intervento di Luca De Biase sulla crisi della carta stampata e il nuovo giornalismo che prende forma e consistenza.

Nell’articolo su Notizie Ferpi di ieri, 22 aprile, Vignoli dice:
«Il sistema dell’informazione è ricco di nuove iniziative, per cui è sbagliato parlare di crisi del giornalismo. Oggi, abbiamo più informazioni del tempo necessario per poterne fruire.

La crisi riguarda gli editori, abituati a vendere uno spazio circoscritto per l’informazione e per la pubblicità, costituito dai media tradizionali (soprattutto carta, ma anche radio e TV). Oggi lo spazio non è più limitato, perché Internet ha rovesciato il paradigma, per cui il modello non è più sostenibile. […]

Internet ha rovesciato il sistema del potere nel mondo dell’informazione, trasferendolo dall’offerta – che giocava sulla scarsità degli spazi – alla domanda, che ignora il problema della scarsità degli spazi e sceglie in modo autonomo gli argomenti. L’offerta deve farsi adottare dalla domanda, e l’imposizione degli argomenti determina la ricerca di alternative. […]

Il Premio Pulitzer a ProPublica è una dimostrazione del fatto che esiste lo spazio per un nuovo modello di business in cui il denaro è uno strumento che permette di rispondere a un’esigenza di informazione che arriva dalla comunità, e retribuisce il lavoro giornalistico sulla base di un modello economico basato sullo scambio tra professione e desiderio di informazione, e non sulla scarsità dello spazio. […]

Il sistema della pubblicità, in cui pochi centri media distribuiscono il grosso della torta tra gli editori secondo logiche proprie, è destinato a scomparire.  […]

Gli editori devono trasformare il modello di business per rispondere alla domanda, e non più per determinare la domanda.  […]

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