
Lo scandalo Murdoch-Rebekah serve alla censura e alla pubblicità
Il direttore del New York Times, Bill Keller, racconta sul magazine del NYT, come gli errori e gli eccessi del giornalismo siano utilizzati dalla censura per giustificare ogni sorta di misura restrittiva o di controllo, magari in nome della privacy.
Scandalo Murdoch e politica
Scrive Keller, «i despoti adorano vedere la stampa libera comportarsi male. Quando un giornalista di questo quotidiano fu scoperto a inventare le notizie, diventò il simbolo mondiale delle campagne contro la stampa libera. Inoltre, i despoti adorano ancora di più vedere i governi democratici prendersela con la stampa libera. Quando il governo fa confusione tra il giornalismo d’inchiesta e lo spionaggio, certi propagandisti si sfregano le mani: se succede persino in America…»
Infatti, «il primo regime dittatoriale a tuffarsi sullo scandalo Murdoch è stato lo Zimbabwe. Un’analista del governo ha dichiarato che lo scandalo “dovrebbe permettere al terzo mondo di imparare che il concetto di stampa libera è un mito”.
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Così lo scandalo Murdoch-Brooks finisce in pubblicità
Intanto, l’argomento-scandalo di queste settimane è utilizzato dagli altri tabloid e persino dalla pubblicità. Tra i vari che ne hanno approfittato, ha calcato la mano la Blush, con una serie di foto erotiche “dal buco della serratura” (anche perché “blush” significa “arrossire”).
Cynthia Hyatt & staff
Link “Why Tyrants Love the Murdoch Scandal“, by Bill Keller, New York Times.
http://it.wikipedia.org/wiki/Censura_in_Italia
Map of Press Freedom. Mappa interattiva sulla libertà di stampa nel mondo
http://www.freedomhouse.org/template.cfm?page=251&year=2010
Tempo due-tre anni e sarà tutto dimenticato. Il vecchio Murdoch passerà la mano ai figli e si godrà gli ultimi anni ai tropici. E con tutti i soldi che ha già fatto, la Brooks aprirà un’agenzia giornalistica, del tipo Brooks Scoops :-))
Scommettiamo?
[…] Promozione commerciale o frode? Ma non è tutto. Sempre secondo il Guardian, per gonfiare le cifre il Wall Street Journal abusa delle bulk copies, che sono i pacchi di giornali dati a costo carta o gratis a catene alberghiere, compagnie aeree ecc. Il sistema è noto ed è comune in tutto il mondo, anche in Italia. In questo caso, il passaggio dalla promozione alla frode è nei numeri: il 2-3% della tiratura è promozione, il 20-30% sistematico e non dichiarato può essere frode. Ancora una volta Murdoch avrebbe esagerato. Ma probabilmente è l’ultima volta, perché in questi giorni l’ottantenne re dei media sta per essere messo in pensione dai suoi soci. . Salvatore Ferrara & staff . Su Murdoch e i suoi giornali, vedi anche: – Giornalisti d’assalto, torna l’incubo dei VIP inglesi – Giornali e scandali: la calda estate dei Murdoch – Lo scandalo Murdoch-Rebekah serve alla censura. […]
[…] Link:- Lo scandalo Murdoch-Rebekah serve alla censura- Giornalismo, la bizzarra storia tra Murdoch e Rebekah Brook- Times: “il giornalismo di qualità paga” […]