Da questa mattina le maggiori librerie in Germania hanno in vetrina pile di Schoßgebete, (Le preghiere del ventre), il secondo libro-scandalo di Charlotte Roche, di cui si parla già da mesi, grazie ad un grosso lavoro di promozione e polemiche ben alimentate.
L’editore ha fatto una tiratura iniziale di 500.000 copie.
Schoßgebete racconta di una «donna sposata che vuole sempre fare la cosa giusta, anche a letto».
Col suo primo romanzo “Zone Umide“, Roche aveva scalato nel 2008 le classifiche di vendita ed è stato tra i primi 10 per mesi, con diritti venduti in 28 Paesi e 2 milioni di copie vendute. “Zone Umide” è la storia dell’esplorazione sessuale di una diciottenne, Helen Memel, curiosa del proprio corpo e delle opportunità di piacere che una mente fantasiosa come la sua sa escogitare e raccontare con candore e ironia.
Schoßgebete, invece, racconta delle nevrosi e delle scappatelle di una giovane madre di famiglia. Sposata con un figlio avuto da una precedente relazione, la coppia, per non annoiarsi, non manca di frequentare bordelli nei quali entrambi si dilettano con una prostituta. Nelle prime venti pagine si arriva subito al dunque con un’introduzione dettagliata di sesso.
Nonostante la crudezza della narrazione, gran parte della critica parla di alta letteratura.
A.c. Miriam Rosselli & staff

Link
- Corriere della Sera – Dopo le «Zone umide» il sesso in famiglia: il ritorno di Charlotte Roche.
- Corriere della Sera – Femminista o pornografica, Charlotte Roche è senza rivali.
- Spiegel – Charlotte Roches “Schoßgebete”, Ratio und Fellatio.
- Kleine Zeitung – Schoßgebete: Erreger, Aufreger, Flachleger.
- Kleine Zeitung – Sex sells: Charlotte Roche bringt neues Buch an den Start.
- Zone umide – trama e critica
Tiro a indovinare: a trent’anni hai letto poco e non esiste che fai un best seller al primo colpo. Quindi? Quindi dietro questa Charlotte c’è più di un editor capace di trasformare delle fantasie porno in letteratura passabile e un plotone di PR capaci di tutto. Così mi spiego 2 milioni di copie per un’opera prima e tutto il resto. All’autrice? Un copyright dell’1% e al netto di tutte le spese promozionali, come per i musicisti esordienti.
Déjà vu.
Tutto verosimile, però un po’ di stoffa ci dev’essere. Se una scena erotica l’autore la risolve con 4 banalità, non è che l’editor può riscriverla. Può farlo, ma non conviene. Se vai su Eroxè, probabilmente il maggior sito italiano di autori erotici, con migliaia di testi, trovi alcuni autori “ispirati” e tutti gli altri che scrivono per sfogo e per divertimento, “per il gusto di manipolare la materia”, direi.
In conclusione: perché non puntare su chi ci crede? Una persona gradevole con un po’ di stoffa.