In vendita da questa mattina, con Repubblica, il libro ‘Inchiesta sul potere‘ a cura di Attilio Bolzoni e Leopoldo Fabiani.
Il libro raccoglie le inchieste più importanti di Giuseppe D’Avanzo, recentemente scomparso: dalla mafia al Nigergate, da Telekom Serbia alle dieci domande a Berlusconi.
Per D’Avanzo, «un’inchiesta giornalistica è la paziente fatica di portare alla luce i fatti, di mostrarli nella loro forza incoercibile e nella loro durezza. Il buon giornalismo sa che i fatti non sono mai al sicuro nelle mani del potere e se ne fa custode nell’interesse dell’opinione pubblica»
Secondo Ezio Mauro, il metodo D’Avanzo «prevedeva al primo punto la passione. Passione giornalistica, passione per la vita e dunque per la libertà e la democrazia, quindi passione civile. Il suo metodo era l’opposto del quietismo, della conciliazione, del senso comune accettato e spacciato per realtà.»
Secondo Eugenio Scalfari, D’Avanzo «ha affrontato i temi che costituiscono l’ossatura nascosta del Paese, spesso segreta e addirittura criminale. I lettori troveranno in questo libro la coscienza d’un giornalista che ha onorato la nostra professione ed ha cercato per quanto poteva di migliorare uno sgangherato Paese.»
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I contenuti di ‘Inchiesta sul potere’
Nel libro, le maggiori inchieste di D’Avanzo:
- Il caso Gladio
- Lo scandalo tangentopoli
- La mafia (4 inchieste)
- Telekom Serbia: la corruzione
- Telekom Serbia: la macchina del fango
- L’impero di Putin
- L’11 settembre (2 inchieste)
- La guerra in Iraq
- Il Nigergate (4 inchieste)
- Il rapimento di Abu Omar (2 inchieste)
- Sismi. La fabbrica della pausa (2 inchieste)
- Telecom. Le spie private (2 inchieste)
- Noemi e la dieci domande (4 inchieste)
- Ruby e le dieci bugie (4 inchieste)
Il volume contiene anche tre reportage di D’Avanzo:
- Cercasi Marlboro disperatamente
- Tra i ragazzi che dicono: «Siamo camorristi nella capa»
- Nel paese dove i neri chiedono più Stato.
A. c. Giorgio Russo & staff
Link info Giuseppe D’Avanzo.
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“Il buon giornalismo sa che i fatti non sono mai al sicuro nelle mani del potere e se ne fa custode nell’interesse dell’opinione pubblica”.
Già, però lavorava a Repubblica.
X MariaStar: quale altro editore poteva permettergli di fare inchieste? Panorama? La RAI?
Che strano, l’indice non c’è neanche sul sito di Repubblica-Espresso.
Il ricavato di “inchiesta sul potere” andrà alla famiglia? Non ne ho notizia.
D’avanzo muore prematuramente a 51 anni. Basterebbe questo a stimolare una buona idea da parte della Direzione di Repubblica. Ma non è stato un incidente: è morto d’infarto. Il particolare lavoro che ha fatto per Repubblica non è indifferente alla sua morte. In 20 giorni Repubblica manda in edicola la ristampa delle sue inchieste più importanti e rischiose (si potrebbe dire “da infarto” se non fosse di cattivo gusto).
Il ricavato andrà a Repubblica-Espresso o alla famiglia?
”«Lupacchiotti, siete pronti?». Era come un fratello maggiore, chiamato a svezzare una squadra di cronisti intraprendenti ma ancora acerbi”.
”lui pensava sempre in grande, facendo della curiosità il motore delle idee”
”Ricordo le ultime riunioni e le conversazioni notturne, discutendo del sito Inchieste che vedeva come il salto nel futuro. Il modo di fare rete, unendo le competenze e le conoscenze, facendo rimbalzare gli spunti dal centro alla periferia, senza accontentarsi delle versioni per inseguire un’ideale, quello della notizia. Il modo di trasformare impegno e rigore in un’idea nuova di giornalismo, più forte di qualunque potere.
La sua ultima lezione, che adesso starà a noi dimostrare di sapere seguire. Grazie, Peppe.”
Giuseppe D’Avanzo nel ricordo di Gianluca Di Feo, per Piovonorane.it
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/07/30/la-lezione-di-davanzo/