Book & dating: nei club del libro, passione e…

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Ci sono posti, su Internet, dove gli appassionati di libri, i malati di lettura, trovano consigli per scoprire nuovi autori, consolazione per le delusioni, anime gemelle per condividere quello che emoziona. Come nel film Il club di Jane Austen, i simili si attraggono e si sostengono. E online è tutto più facile.

Così sono nati i club per gli amanti del libro. Vero trionfo del Web 2.0, sono come una grande biblioteca in comune, dove su ogni libro, su milioni di libri, ci sono post-it di consigli personali, paragoni, rimandi, opinioni e critiche. Ogni socio di un club del libro è invitato a pubblicare un commento di tutto ciò che ha letto o inizia a leggere, e a segnalare agli altri ciò che intende leggere (basta cliccare su “want to read”), per ricevere opinioni e consigli.

 

Da dove iniziare?


Su aNobii…

aNobii è la maggiore comunity di lettori italiani presente sulla rete. Gli iscritti possono mettere in linea la propria libreria attraverso i codici ISBN o un motore di ricerca interno, condividere recensioni, commenti, votazioni, dati sull’acquisto e sulla lettura, lista dei desideri e suggerimenti con altri utenti, direttamente o attraverso gruppi. E’ agevolato anche lo scambio e la vendita di libri tra utenti. 
aNobii è nato da poco,  nell’agosto 2005, a… Hong Kong. E’ considerato un esempio del Web 2.0, ed è attualmente diffuso in 15 lingue diverse, italiano compreso. Contiene la classificazione oltre 27 milioni di libri.

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Su GoodReads…

Il gruppo GoodReads Italia è il luogo d’incontro per gli utenti italiani della piattaforma Goodreads.
La maggior parte delle discussioni verte sulla lettura, e su tutto ciò che gravita intorno ad essa: autori, case editrici, politiche editoriali, tipologie di pubblicazione, ecc.
Il gruppo di italiani è appena al via, con circa 600 membri e 48 gruppi, tra i quali l’utile Sconsigli Libreschi, il gruppo in cui si castigano i titoli che si posizionano immeritatamente tra i più venduti. In questo gruppo si può finalmente dire come la si pensa sull’ultimo best seller di grido, sfogarsi a proposito di letture frustranti e soprattutto (s)consigliarlo agli altri.

Miriam Madai & staff
 

E per non concludere… il bellissimo trailer de “Il club di Jane Austen”

 

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4 Commenti

  1. Casca a proposito questa racolta di commenti di tanti lettori sui grandi libri, proprio oggi, sul Fatto:

    La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano: dopo tre pagine dormivo. L’ho ripreso e l’ho rilasciato, ho provato una terza volta e l’ho usato per pareggiare un divano.

    “Cent’anni di solitudine” di G. G. Márquez, due palle incredibili!!! Grazie per avermi dato la possibilità dopo anni di averlo potuto dire pubblicamente… L’avevo nascosto alla mia fidanzata dell’epoca che me l’ave va consigliato come il libro più bello mai scritto e l’ho trovato di una noia mortale. Mi sono tolto un peso!

    Oceano Mare” di Baricco mi ha fatto incazzare alla prima pagina, un record.

    La Sacra Bibbia: troppi morti.

    Di questi tempi leggere Proust o Musil è difficilissimo. Perché non abbiamo né tempo né silenzio. Sono autori che esigono la nostra completa attenzione. I loro non sono certo libri da leggersi a letto dopo una giornata di lavoro. Quindi vuol dire che sono spacciati.

    Psiche e techne” di Umberto Galimberti. Poi ho scoperto che non lo aveva finito neanche lui.

    Scuote l’anima mia eros” di Scalfari, il più grande giornalista italiano ma in questo caso autore di un libro insulso che mi sembra scritto solo per se stesso.

    Va’ dove ti porta il cuore“. Mi è stato regalato e ha messo a rischio un’amicizia.

  2. Sulla Jane Austen, anche se un poco fuori tema, ma molto interessante per chi scrive:
    ”… L’effetto che la sua tecnica narrativa provoca nel lettore vuole essere simile a quello di un paesaggio di Constable o del primo Turner… Le sue tecniche, non tanto diverse da quelle dei celebri paesaggisti suoi contemporanei, applicate nell’ambito sociale e psicologico, producono degli scorci, dei contrasti di luce e d’ombra, …
    a partire dall’uso del punto di vista della prospettiva, al rapporto tra i vari piani della composizione…, alla funzione delle figure…
    Ford diceva che l’arte della Austen lo faceva sentire attirato dentro il quadro ad osservare, ascoltare gossip e conversazione, insomma a partecipare personalmente…”