
L’onda della Primavera studentesca è arrivata anche in Cile, e per i media ha il volto di Camila Vallejo.
Leader della Federazione degli studenti, che da quattro mesi tiene in scacco il Governo, Camila Vallejo è riuscita a far dimettere il ministro dell’istruzione con manifestazioni e iniziative organizzate con i social network: Facebook e Twitter.
Al centro delle proteste c’è la disastrosa situazione della scuola pubblica: per frequentare l’università, le famiglie devono fare mutui decennali. Ma intorno a questo primo problema concreto, si è presto innestata una contestazione più ampia, che ha trovato in Camila Vallejo il modo di far parlare i media del Cile.
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Primavera cilena: FECH e Camila Valejo Dowling
Al centro delle proteste c’è la FECH, la Federazione degli Studenti del Cile e la sua leader, Camila Valejo Dowling, abile (e fotogenica) studentessa di cui parlano da settimane tutti i giornali del mondo, non solo quelli più autorevoli e attenti alla politica, come il Guardian (foto sotto), ma anche molti altri, poco attenti alla politica, come Max (foto in alto).
Ricercatissima da giornali e TV, Camila Valejo si sottrae ai media, accetta di parlare solo di politica e per le interviste obbliga i giornalisti alle email. Anche per prudenza, per le continue minacce di morte che gli arrivano in questi mesi.
Link
– Su Camila Vallejo, la leader degli ‘Indignados’ del Cile;
– Camila Vallejo. Latin America’s 23-year-old new revolutionary folk hero;
– Camila Vallejo: No podemos estar en huelga por tres años;
– Camila, la joven que lidera a los estudiantes que marchan en Chile;
– Camila Vallejo: Chile’s Hard-Left Heartthrob?.
Cynthia Hyatt & staff
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“È possibile cambiare il sistema educativo senza introdurre cambiamenti sostanziali nel sistema economico e politico dominante?
Può essere il punto di inizio di un cambiamento importante a livello del sistema socioeconomico. Quello che facciamo nell’educazione ha una relazione diretta con quello che vorremmo fare nel Paese: è attraverso l’educazione che si formano i cittadini per costruire un Cile diverso.”
“Che pensi delle opinioni che si stanno formando all’estero su questo Cile scosso da manifestazioni e scioperi? Sai che tutto il mondo parla di te?
Spero che tutto il mondo parli del Cile, non di me. Penso che si stia cominciando a vedere che il Cile non è quel Paese di successo la cui immagine è stata promossa all’estero in questi ultimi anni e che si comprenda che ci sono profonde disuguaglianze, che la redistribuzione della ricchezza è una delle peggiori del mondo e che i cileni sono stanchi di indebitarsi per studiare, di non poter accedere a un’educazione di qualità e di essere oppressi da tutta una serie di altri problemi che ci ha scaricato addosso il modello neoliberista. Spero che all’estero si stia cominciando a conoscere meglio il Cile reale e il ruolo del movimento degli studenti che vogliono cambiarlo.”
“La sua bellezza, i suoi grandi occhi verdi e il piercing alla narice sono il simbolo più evidente di una storia che è cominciata poco più di tre mesi fa e che oggi minaccia di cambiare radicalmente la politica in Cile.”
Come direbbe… più bella che brava o più brava che bella?
:-)
Bella furbata mettere una così a capo del movimento.
Sabato e domenica in Cile si è svolto il “Plebiscito por la educacion”, un referendum di 4 quesiti dal solo valore simbolico e senza alcun effetto giuridico. Un grande successo: hanno votato più di 2 milioni di persone. I primi tre quesiti erano sull’educazione:
– Lei è per una educazione pubblica e gratuita di stato?
– Lei è per scuole e università che dipendano solo dallo Stato?
– Lei è per eliminare ogni forma di lucro sulle attività educative?”. Il 95% ha risposto sì a tutte le domande.