Il sito Zeus News ha promosso un questionario sul web journalism. Alla domanda “qual è l’affidabilità dell’informazione su internet?” al momento hanno risposto circa mille persone, con questi risultati:
55,80% = la rete è piena di giornalisti non professionisti che scrivono per lo più sulla base del sentito dire, senza una reale verifica dei dati;
19,81% = può andar bene per farsi un’idea velocemente, ma è carente se dall’informazione si vuole approfondimento e commento;
10,87% = l’informazione reperibile in rete è del tutto paragonabile per contenuti e affidabilità a quella dei media tradizionali;
9,30% = la qualità dell’informazione su internet è certamente più varia di quella offerta dai media tradizionali, ma sapendo scegliere siti e fonti giuste può essere superiore;
4,23% = Internet è l’ultima frontiera dell’informazione libera e non irreggimentata.
Web journalism: mi fido/non mi fido
Stando a questi dati, più della metà dei lettori non si fida del web journalism e dei blogger in particolare, ma un altro 15% preferisce quest’informazione perché più indipendente e pluralista.
Zeus News è un sito di web journalism professionale, dedicato a quanto avviene nel mondo di Internet e dell’informatica.
Il suo web journalism è basato su una selezione di comunicati stampa ufficiali, quindi su fonti di prima mano, trattati con competenza.
Anna Di Pietro % staff.
Link Zeus News.
Approfondimento: link Gratis, guida al web journalism.
Score 58.89%
Keyword Density 3.27%
Temi: studi e ricerche sull’affidabilità dei giornalisti non professionisti, dei web journalist, dei blogger, dei citizen journalist.
In tema di web journalism segnalo questo post: dieci lezioni di web journalism da Pierre Hask, direttore di Rue89, il sito indipendente di notizie più letto in Francia e un’esperienza di oltre 20 anni come giornalista e corrispondente di Libération e una passione crescente per il web come strumento “al servizio della notizia”.
http://mediapatica.com/2011/10/02/dieci-lezioni-di-web-journalism-da-pierre-haski-ferrara2011/
E’ partita la campagna di OPEN JOURNALISM del Guardian. Al link che indico ci sono vari interventi sul fatto che «i giornalisti non sono gli unici esperti», cioè non sono gli unici ad aver diritto di parola.
Un nuovo corso che ora suona come provocazione e presto anche come campana a morto per l’oligopolio dell’informazione italiana, almeno quella stampata e televisiva.
http://www.guardian.co.uk/media/open-journalism
Il problema non è tanto se colui che scrive sia o meno un professionista: tante bufale sono state avallate anche da giornalisti professionisti che non si sono presi la briga di verificare le fonti. Sicuramente e per fortuna sul web c’è molta più libertà.