Più di un milione di italiani ha smesso di comprare quotidiani. Secondo lo studio della Federazione degli editori (Fieg) “La Stampa in Italia”, nel 2012 le copie di quotidiani vendute sono scese del 6,6% e negli ultimi cinque anni il calo è del 22%: più di un milione di persone ha smesso di comprare il giornale.
Così il 2012 segna il quinto anno consecutivo di dati negativi per l’editoria.
Gli analisti parlano di crisi congiunturale (ci sono meno soldi) e di concorrenza informativa dei siti online (informazione comoda, variegata e gratuita), senza dar peso alla qualità specifica del prodotto editoriale.
Lo stesso giorno dell’allarme Fieg, questa era la prima pagina di Repubblica, secondo quotidiano nazionale: irresistibile, vero?
Giulia Morese & staff
Link
– Crisi editoria, la qualità unico antidoto.
– La Qualità nell’Informazione.
– Giornalismo di qualità, il decalogo di Peter Kann.
Il titolo di Repubblica è della lunga serie “L’insostenibile leggerezza della stampa”
Da intendere così:
L’insostenibile (per noi) leggerezza della stampa
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Giornalismo di qualità: tre esempi sui giornali di oggi
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I grandi giornali sono infinitamente misericordiosi e non c’è governo zoppicante o inconcludente che non trovi consolazione nella lettura mattutina delle prime pagine. Monti se li era conquistati con geniali invenzioni linguistiche, mandandoli in brodo di giuggiole con il decreto Salvaitalia prima e con il mitico Crescitalia poi. Nemmeno il tempo di constatare che nulla è cresciuto con il Crescitalia, ed eccoci alle prese con la pregevole creatività del governo delle larghe intese: il “decreto del fare”. “Misure per giovani e imprese”, titola il Corriere della Sera. Wow, è fatta! “Pronto il decreto del fare”, conferma Il Mattino. Pronto pronto? “Il governo accelera.
Entro la settimana”, risponde La Stampa. “Letta accelera”, conferma l’Unità, ma con entusiasmo contenuto: “Entro giugno”. Ma che c’è nel decreto? “Fisco e lavoro, meno vincoli”, assicura Il Messaggero. Il Sole 24 Ore è più ottimista: “Sviluppo, lavoro, giustizia”. Ma non sono tutte le cose che ha già messo a posto il mitico Supermario? Macché, si ricomincia da capo. (Il Fatto, 13/6/13, p. 9)