C’è una formula per realizzare un bestseller? Sì, ma non è una: sono cinque.
Un’indagine con numerosi esperti ha portato Alessandro Mazzelli, ieri, a pubblicare su “Europa” un lungo articolo con interviste sulle formule dei bestseller. Ecco la sostanza della sua ricerca.
Formula dei bestseller n. 1: il passaparola
«Il momento di svolta c’è stato con le recensioni di Baricco su Repubblica e di Piperno sul Corriere; dopo averle lette non potevi non correre a comprare Open tanto erano scritte con passione, con l’urgenza. Lì passammo da 700 copie a settimana a duemila.
Poi sono arrivati i tweet di Valentino Rossi, di Daria Bignardi e di Jovanotti, e un articolo di Repubblica che ne raccontava la storia editoriale. A quel punto il libro è esploso e abbiamo iniziato a vendere 5mila copie a settimana. Io nella mia vita di veri passaparola ne ho visti pochi, questo è uno di quelli» dice Paolo Repetti, direttore di Einaudi Stile Libero.
Francesco Longo, critico letterario aggiunge che grazie al passaparola, le vendite «procedono secondo un “effetto palla di neve”. Ogni lettore che lo scopre si sente incaricato di dover divulgare la sua scoperta. Esistono cioè delle vere e proprie epidemie culturali: parte il contagio, la comunità dei lettori si ammala. Oggi queste comunità grazie ai social network comunicano più rapidamente e si influenzano in un gioco di specchi vertiginoso».
Formula dei bestseller n. 2: il valore
Anna Voltaggio, dell’ufficio stampa agenzia Totem libri ritiene che il bestseller sia il risultato di «un gran lavoro di squadra, quindi un buon libro e un editore che ci crede fortemente sono la base essenziale, insieme a un bravo editor, un ufficio stampa capace di sostenerlo all’esterno, un commerciale che ne monitora maniacalmente la presenza in libreria. Mi viene in mente La solitudine dei numeri primi, Mondadori».
Concorda su questa tesi un altro intervistato, Francesco Mecozzi, responsabile libreria Giufà di San Lorenzo, Roma.: “un successo editoriale recente? Qui da noi Zerocalcare. Ha venduto dieci volte più di molti autori di case editrici importanti, spinti con pubblicità e marketing. È nato prima con un blog dove pubblicava le sue strisce, poi con l’autoproduzione già vendeva migliaia di copie, e infine è arrivato un editore che ha creduto in lui e le vendite sono cresciute in modo esponenziale. Sicuramente il passa parola su internet è stato determinante, si è creato un pubblico che lo seguiva, che aspettava le sue strisce, ha funzionato. Certo, Zerocalcare ha qualcosa da dire».
Formula dei bestseller n. 3: la valenza extra letteraria
Per Errico Buonanno, scrittore Rizzoli, il successo straordinario scatta quando un libro riesce a coinvolgere la massa dei non lettori. Dice: «un libro diventa un bestseller quando riesce a imporsi in un ambito non letterario, usando una cassa di risonanza non letteraria, e diventando così quell’unico libro (o uno dei due o tre) che le persone che abitudinariamente non leggono decidono di acquistare in libreria all’interno di quell’anno».
Formula dei bestseller n. 4: il timing
Stefano Izzo, editor Rizzoli: «talvolta si tratta semplicemente di essere il libro o l’autore giusto al momento giusto, e tanti saluti a ogni dietrologia». Comunque occorre anche un buon «marketing e prezzi bassi».
Formula dei bestseller n. 5: il marketing
Secondo Fabio Ferlin, responsabile marketing Marsilio, è vero che la «maggior parte dei casi editoriali nascano quasi per caso», ma quel quel “quasi” rappresenta il margine di manovra su cui intere schiere di uffici marketing e stampa si interrogano».
E su questo punto, che è il mio settore, io posso aggiungere che è il marketing che valuta il timing di un libro (punto 4), accerta il suo valore assoluto (punto 2) e ipotizza la sua valenza extra letteraria (punto 3). Fatto questo, il marketing propone all’editore di investire soldi e contatti personali, col sogno del colpaccio: il passaggio televisivo su una rete nazionale, magari a “Che tempo che fa”, basata proprio sulle novità librarie.
Bestseller nel tempo: i longseller
I longseller sono una forma di bestseller: non raggiungono le 100mila copie in sei mesi, ma anno dopo anno. Non esco mai di catalogo e dopo dieci anni, sono ancora lì, ristampa dopo ristampa, per la felicità dell’editore e dell’autore.
Nei longseller è «la qualità del libro prende il sopravvento. Anche in quel caso una spinta iniziale è necessaria per vincere l’attrito, ma poi è il libro che parla, che commuove, che comunica»
«Se penso ai libri Adelphi longseller (e non sono pochi), li ritengo una grande prova di identità, coerenza e coraggio editoriali, senza sconti, senza buoni benzina, senza intasare social network o invadere le metropolitane di pubblicità. Se penso a quelli mi viene un brivido di euforica speranza per il futuro del libro».
A. c. di Marcella Diodato e Claudio Torrella
Fonte: Nell’officina del bestseller. Come pubblicare un caso editoriale.
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VIDEO – Dalla Fiera internazionale del Libro di Torino, il critico ed editore Severino Cesari parla di bestseller
http://www.youtube.com/watch?v=NNbROBtVuhI
Video – Ma come è possibile arrivare al primo posto delle vendite su Amazon (e Barnes & Noble) con un libro non ancora scritto? http://www.youtube.com/watch?v=sykfeMtHcMk
Come si scalano le classifiche dei libri più venduti? Perché l’autobiografia di un tennista di Las Vegas diventa un cult? Un giro nel mondo dell’editoria italiana alla ricerca della ricetta del successo.
In “Nell’officina del bestseller. Come pubblicare un caso editoriale”
http://www.europaquotidiano.it/2013/09/29/nellofficina-del-bestseller-come-pubblicare-un-caso-editoriale/
Tutto esatto, infatti leggo su “Così nasce il bestseller. Il saggio di Ordine come caso editoriale”, di Luigi Mascheroni, su ilgiornale.it:
A volte nell’editoria accadono piccole magie. Come il successo – frutto di un virtuoso (corto)circuito mediatico oliato da un ininterrotto passaparola – del saggio-manifesto di Nuccio Ordine L’utilità dell’inutile, edito in Italia da Bompiani. Un «caso» curioso. Da raccontare.
Il libro esce alla fine del 2012, in prima edizione, da Les Belles Lettres, in Francia, dove Nuccio Ordine – filosofo, professore ordinario di Letteratura Italiana all’Università della Calabria nonchè visiting professor di prestigiosi atenei, negli Stati Uniti e in Europa – insegna e ha da tempo buoni agganci e ottima stampa. Nel dicembre del 2012 Marc Mézard, direttore della Scuola normale superiore di Parigi, conferisce a Ordine (noto in ambito internazionale per i suoi studi su Giordano Bruno e sul Rinascimento) la «Légion d’Honneur», definendolo «un grande studioso che ha saputo costruire ponti intellettuali tra la Francia e l’Italia». Da lì a poco il libro inizia a sfondare in Francia, vendendo molto bene e incassando le recensioni positive di quotidiani pesanti, fra cui Le Monde (il direttore di Le Monde des Livres, Jean Birnbaum, gli ha dedicato il primo editoriale del 2013) e, in Spagna, di El País (un articolo a firma di Fernando Savater). In Italia il libro esce a metà settembre scorso da Bompiani, casa editrice per cui Nuccio Ordine cura la bellissima collana dei «Classici della letteratura Europea». In tre settimane arriva a tre edizioni, sfiorando le 15mila copie. Intanto il Corriere della sera (quotidiano del gruppo Rcs di cui fa parte Bompiani, e al quale Nuccio Ordine collabora) ci mette del suo: Errico Buonanno firma un elzeviro elogiativo il 19 ottobre, anche per lanciare la presenza di Ordine a Che tempo che fa la sera stessa. L’ospitata da Fabio Fazio ovviamente ri-lancia il libro, che rimane nella top ten della saggistica per settimane, mentre le recensioni si susseguono su tutti i giornali. Contemporaneamente Roberto Saviano, che aveva conosciuto Nuccio Ordine molto tempo prima, invitato all’Università della Calabria dove il professore insegna, posta sulla sua pagina Facebook un giudizio lusinghiero sul libro (e forse è proprio lui a suggerirlo all’amico Fazio), che Bompiani immediatamente sfrutta riportandolo sulla fascetta di copertina delle nuove edizioni, mentre persino la pubblicità sulla carta stampata viene cambiata, usando il blurb di Saviano. A questo punto – mentre la casa editrice annuncia per il 2014 traduzioni in mezzo mondo, dal Brasile alla Corea – il cerchio del successo si chiude. O meglio si allarga. Facendo de L’utilità dell’inutile un utilissimo caso di studio editoriali-mediatico.