A tutela dell’informazione online

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Corte di Cassazione: nessun “sequestro” preventivo dell’informazione online, se la notizia appare fondata.

Quando i fatti oggetto di un articolo pubblicato online appaiono veri, in quanto documentati, i giudici devono astenersi dal disporre il sequestro preventivo, cioè l’off-line della pagina web, perché l’ipotesi di contenuto diffamatorio dell’articolo va subordinato al legittimo esercizio della libertà di manifestazione del pensiero sancito dall’art. 21 della Costituzione

Questo il senso della recente  sentenza con la quale i Giudici della Corte di Cassazione hanno disposto l’annullamento del sequestro di alcuni articoli pubblicati su ilfattoquotidiano.it, in attesa del dibattito processuale.
Secondo la Cassazione, prima di disporre del “sequestro” dell’articolo (cioè della cancellazione online), i giudici devono attendere la verifica del reato e non procedere cautelativamente.

Pierluigi Fusco & staff FM

 

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1 commento

  1. (Da il Fatto Quotidiano, 14-3-14) I giornalisti devono essere “cani da guardia” e quindi, anche se diffamano, non devono finire in carcere se non in casi limite. Lo ha stabilito la terza sezione penale della Cassazione che ieri ha parzialmente annullato con rinvio una sentenza che riguarda il direttore e un giornalista della Voce di Romagna.

    I giudici ricordano che in base alla Convenzione internazionale sulla libertà di espressione è d’obbligo la “ricorrenza di circostanze eccezionali per l’irrogazione, in caso di diffamazione” della condanna al carcere “sia pure condizionalmente sospesa”. E questo perché altrimenti non sarebbe assicurato “il ruolo di ’cane da guardia’ dei giornalisti, il cui compito è di comunicare informazioni su questioni di interesse generale e conseguentemente di assicurare il diritto del pubblico di riceverle”. Viene ricordato che pure “il legislatore ordinario italiano è orientato al ridimensionamento del profilo punitivo del reato di diffamazione a mezzo stampa”.

    Inoltre, la Cassazione evidenzia che i giornalisti “attualmente sono oggetto di gravi e ingiustificati attacchi da parte anche di movimenti politici” per porre limite “alla insostituibile funzione informativa”.

    Il presidente dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino ha espresso soddisfazione ma anche “tristezza perché ancora una volta i giudici sono chiamati a svolgere una funzione di supplenza del Parlamento dove da troppo tempo è ferma una proposta di legge che abolisce in carcere, conservando al tempo stesso gravi e dannose possibilità di intimidire i giornalisti”.