«Il citizen journalism offre una ricchezza sterminata di fonti e punti di vista, accompagnate da una superiore copertura sul territorio. Se si pensa che uno dei problemi principali del giornalismo italiano è il rapporto troppo intimo con le fonti ufficiali, l’abbondanza di fonti che può provenire dal citizen journalism può attenuare questo tipo di problema».
Più in generale: «la professione di giornalista sta mutando. Ma al contrario di quanto si possa pensare, questo è uno dei momenti più vivi e vivaci del giornalismo. Il giornalismo non è in crisi. È in crisi il modello di business, il modo in cui si produce valore dall’attività, ma non l’attività in sé. Ovviamente in questo processo è coinvolta anche la figura del giornalista, ma non un suo declino, bensì una sua mutazione».
Parola di Sergio Splendore, docente di Sociologia della Comunicazione all’Università degli Studi di Milano e autore di numerosi studi e ricerche sul giornalismo, intervistato da Francesco Frisone (Cultora.it), in “La bassa professionalità del giornalismo crea il Citizen Journalism”, intervista a Sergio Splendore.
Sul citizen journalism:
https://firstmaster.it/i-citizen-journalist-nel-mercato-editoriale/
https://firstmaster.it/giornalismo-le-opportunita-di-newspoint-blott/
https://firstmaster.it/citizen-journalism-la-biodiversita-informativa/
https://firstmaster.it/10-lezioni-di-citizen-journalism/
https://firstmaster.it/stati-uniti-citizen-journalism-e-democrazia/
:-) :-) “rapporto troppo intimo con le fonti ufficiali” dice il professore. Che eufemismo! Quanta delicatezza verso una categoria che non la merita e che è concausa dei nostri e dei loro guai.
Ma anche Splendore ha da campà.