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Contributi per libere professioniste e imprese femminili

finanziamenti editoria

Stanziati 1,5 miliardi per agevolare nel 2017 le libere professioniste e le imprese femminili.

Deliberato dal Ministero dello Sviluppo economico, l’iniziativa si applica fino a dicembre 2017 per tre linee agevolative, denominate “Investiamo nelle donne”, “Donne in start up” e “Donne in ripresa”, individuate dal tavolo di monitoraggio condotto da dipartimento delle Pari opportunità, Ministero dello sviluppo economico, Abi, Confprofessioni e associazioni imprenditoriali.

Il protocollo vede l’adesione di 47 tra banche e istituti creditizi, che mettono a disposizione uno specifico plafond finanziario per progetti specifici ovvero per “Investiamo nelle donne” si aiutano libere professioniste nella fase di realizzazione di nuovi investimenti; per “Donne in startup” si favorisce la costituzione di nuove imprese; per “Donne in ripresa” si danno aiuti per iniziative tese alla ripresa delle Pmi e delle lavoratrici autonome che, per effetto della crisi, attraversino una situazione di difficoltà.

I finanziamenti beneficiano del Fondo di garanzia per le Pmi (cioè garantisce lo Stato)a favore delle imprese a prevalente partecipazione femminile.

Ogni istituto mette a disposizione delle imprese femminili e delle lavoratrici autonome uno specifico plafond finanziario, destinato alla concessione di finanziamenti, a condizioni competitive, ai base ai programmi.
Prevista anche la possibilità di  sospendere le rate (rimborso del capitale), fino a 12 mesi, in una serie di specifici casi: maternità, grave malattia dell’imprenditrice o lavoratrice autonoma ovvero del suo coniuge, convivente o figli anche adottivi, malattia invalidante di un genitore o parente o affine entro il terzo grado convivente con l’imprenditrice o lavoratrice autonoma.

Ecco l’elenco di alcune delle principali banche aderenti, con plafond a disposizione:

1) Gruppo Intesa San Paolo, 600 milioni di euro

2) Gruppo Banca Popolare di Milano, 300 milioni di euro

3) Gruppo UBI Banca, 300 milioni di euro

4) Banca Popolare, 100 milioni di euro

5) Banca delle Marche, 20 mln di euro

6) Cassa di Risparmio Parma e Piacenza, 15 mln di euro

7) Banca Popolare dell’Emilia Romagna, 15 mln di euro

8) Banca Carim, 10 mln di euro

9) BCC di Avetrana, 10 milioni di euro

10) Unipol Banca, 10 milioni di euro

11) Credito Valtellinese, 10 milioni di euro

12) Banca Popolare Friuladria, 8 milioni di euro

13) Cassa di Risparmio di San Miniato, 5 milioni di euro

14) Banca di Piacenza, 5 milioni di euro

15) Banca Malatestiana, 5 milioni di euro

16) Cassa di Rispamio della Spezia, 5 milioni di euro

17) Cassa di Rispamio di Cesena, 5 milioni di euro

18) Banca di Credito Popolare, 5 milioni di euro

19) Credito Cooperativo Ravvennate e Imolese, 5 milioni di euro

20) Banca Popolare di Bari, 5 milioni di euro.

Tullio Di Piscopo & FirstMaster

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