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Fenomenologia del lettore di blog

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Dal diario di una blogger «spiazzante e strana e con una valigia pronta ai piedi del letto» che scrive dei suoi lettori.

Ci sono quelli che […]  leggono tanto e non commentano mai,
quelli che ‘sto blog gli fa schifo ma non hanno capito che non è un bisogno fisiologico e ci tornato continuamente,
quelli che mi scrivono valanghe mail,
quelli che commentano una cosa che non c’entra una mazza col post,
quelli che m’insultano e faccio un appello: siate originali con gli insulti e considerate che egocentrica narcisista autocentrata per me non lo sono,
quelli che lo trovano divertente,
quelli che hanno scatti ormonali,
quelli che ‘ma cosa lo scrivi a fare se poi ti incazzi quando ti giudicano’,
quelli che ‘sto blog è di un’esibizionista,
quelli che ‘ma quanto te la tiri’,
quelli che sono amici da prima e quelli che sono amici da dopo,
quelli che si annoiano e a cui consiglio una seduta dal podologo per passare il tempo e quelli che ridono.

Ci sono quelli che pensano di essere invisibili,
quelli che hanno letto di te sul Magazine,
quelli che non sanno articolare una critica,
quelli che arrivano qui cercando improbabili rimedi al freddo ai testicoli,
quelli che ancora si ostinano a mettere le faccine tra i commenti,
quelli che chissenefrega di quello che pensi,
quelli che ci tengono proprio a non dire o scrivere apertamente,
quelli che ‘ma quant’è frivola questa’ (e non ho alcuna intenzione di contraddirli, sia chiaro),
quelli che devono prendere il maalox leggendomi,
quelli che insistono,
quelli che si ricredono,
quelli che si perdono,
quelli che ‘ma come sei cinica’ e per par condicio anche ‘ma quanto sei meravigliosa’,
quelli che mi fanno ridere tantissimo e quelli che mi ammorbano,
quelli che sono amici di amici e la proprietà transitiva non sempre funziona.

Ci sono quelli frustrati che riversano qui la loro tristezza,
quelli che mi va di abbracciare e quelli che no,
quelli di cui a volte si sente la mancanza e quelli che basta: mi hai davvero frantumato le palle.

Ci sono quelli che dicono ciò che pensano.
E quelli che no.

A.c. Anna Piscopo

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