Intervista su crowdfunding e startup editoriali

Nonostante la crisi, Gianluca Andena con la Andena Holding ha fatto nascere nuove attività digitali nel settore dell’editoria.

Intervistato da Luca Masali per Espansione.it, Andena si dice convinto che «parlare del futuro dell’editoria nel digitale è già obsoleto. Io parlerei del futuro del digitale nell’editoria. Che è una cosa diversa: oggi il digitale rivoluziona trasversalmente tutti i settori, editoria inclusa. Non è solo questione di leggere un libro sul device invece che sulla carta, ma di tutto l’ecosistema che gira attorno a un testo smaterializzato che si arricchisce di interattività, di multimedia, di nuovi orizzonti».
BookRepublic è stata la prima startup finanziata da Andena. È sia una piattaforma di distribuzione per editori che sia una libreria online dove acquistare libri digitali.

Quanto al settore, Masali riferisce che oggi negli Stati Uniti gli ebook valgono circa un quarto del mercato editoriale e, secondo le previsioni di A.T.Kearney presentata al recente IfBookThen, nel 2014 negli Stati Uniti ci sarà l’atteso sorpasso della carta da parte dei libri digitali. E in Europa un libro su cinque nel 2015 sarà digitale. L’Italia è come sempre indietro: da noi oggi è digitale solo l’1,5% dei libri.

Leggi tutto su Tu metti l’idea. Noi i soldi.

F.D.

 

FM-Redazione

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2 thoughts on “Intervista su crowdfunding e startup editoriali

  • 2013-Novembre in 10:24
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    Il crowdfunding sbarca in Medio Oriente. Si chiama Zoomal ed è una nuova start-up fondata da Abdallah Abdi, 21enne libanese il cui desiderio di vedere un mondo arabo “più dinamico, meno dipendente dagli aiuti di Stato e proiettato verso il futuro”
    Zoomal è molto simile a Kickstarter, la più nota piattaforma americana all’origine di quella che è ormai la sempre più diffusa pratica della ricerca di finanziamenti via web. Il processo è semplice: una persona che ha un’idea da sviluppare la presenta sul sito, spiega nei dettagli come intende realizzarla, quanti soldi sta cercando di raccogliere e come ha intenzione di utilizzarli. Una volta online è tutto nelle mani dei visitatori che, se convinti, decidono di mettere mano al portafogli e finanziare l’iniziativa. In cambio ricevono un premio simbolico dall’ideatore (esempio: una copia firmata del libro che intende pubblicare) o, nel caso il progetto abbia dimensioni maggiori, una piccola partecipazione nella futura società.

    L’esempio più famoso di progetto crowdfunded è forse lo smart-watch Pebble, un orologio digitale dallo schermo piatto e il design minimale che attraverso Kickstarter ha raccolto 10 milioni di dollari da 85 mila donatori oltre ad essere stato preordinato da oltre 275 mila persone.
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/16/zoomal-primo-sito-di-crowdfunding-arabo-finanzia-la-creativita/777669/

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