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Slurp: cortigiani e penne alla bava

Slurp Marco Travaglio giornalismo italiano

Marco Travaglio e “Slurp”: dal dizionario della lingua italiana, al dizionario delle lingue italiane (quelle dei giornalisti).

 Il direttore de Il Fatto Quotidiano torna a teatro con “Slurp” uno spettacolo che definisce “terapeutico”, un manuale di autodifesa da conformismo e ruffianerie. Nel mirino questa volta ci sono i giornalisti: lecchini, cortigiani e penne alla bava come recita il sottotitolo di “Slurp ovvero la stampa al servizio dei potenti che ci hanno rovinati.
La risata – dice Travaglio – è un ottimo corroborante all’indignazione. Il linguaggio comico colpisce in maniera diretta, non crea angoscia nelle persone e pertanto è particolarmente efficace”. L’idea è che «chi ci ha ingannati tradendo il dovere di informarci ha le stesse colpe di chi ci ha sgovernati promettendo di salvarci».

Domenica 24 maggio Travaglio era al teatro Nuovo di Udine con la versione teatrale con “Slurp. Lecchini, cortigiani e penne alla bava“, un spettacolo in cui punta il dito contro il servilismo dei giornalisti, anche dei più noti.
Intervistato da Rita Bragagnolo, per ilfriuli.it, ha inquadrato la situazione del giornalismo italiano, da cui nasce “Slurp”.

Perché ha deciso di attaccare duramente la categoria?
Oggi in Italia il giornalismo pluralista e indipendente è ridotto a una sempre più risicata minoranza. Da molti anni la categoria si dedica a incensare, corteggiare, tutti i governi, di qualunque fazione e colore. A prescindere come direbbe Totò.

Com’è nata l’idea dello spettacolo?
Ho il vizio di collezionare ritagli di giornale e di andare a rileggerli. Sorprenderà, e farà ridere di gusto, quel che negli anni passati la stampa ha scritto dei nostri politici e imprenditori. Di come la peggiore classe dirigente sia stata considerata un prodigio di bravura, onestà e devozione al bene comune. Salvo denunciarlo quando ormai è troppo tardi e chi ha leccato non paga mai pegno.

Come si spiega la remissiva accettazione, la mancanza d’indignazione da parte della gente comune?
La gente è stanca di mobilitarsi, preferisce illudersi, sentirsi raccontare le favole. Come sosteneva Pulizer “a lungo andare una stampa asservita al potere crea un pubblico indecente”.

Per sperare in un futuro migliore bisognerebbe puntare sull’educazione dei giovani non crede?
Fortunatamente sono tanti quelli che incontro nei miei spettacoli. Sono i più scettici e cercano d’informarsi attraverso la rete. La rete però non è una garanzia di buona informazione perché è importante saper scegliere ciò che è utile, capire chi ha detto cosa e da chi ti devi guardare.
Leggi tutto su “Il mio decalogo contro i leccapiedi”, di Rita Bragagnolo.
Stefano Bolaffi

 

Video – “Otto e mezzo”, ospiti Marco Travaglio (direttore de Il Fatto Quotidiano) e Beppe Severgnini (Corriere della Sera).

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La presentazione di “Slurp”, a teatro.

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